Lussazione Anca - Dott. Damiano Rullo

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Lussazione ( displasia ) dell'anca

L’articolazione dell’anca, una delle più importanti e mobili del nostro corpo (è quella che ci permette di camminare), è costituita dal femore (l’osso della coscia) e dall’osso iliaco (che fa parte del bacino). L’estremità prossimale del femore (detta testa del femore), di forma convessa, trova alloggio in una cavità dell’osso iliaco, detta acetabolo.
Le estremità ossee a contatto sono rivestite da cartilagine, il cui scopo è ridurre al minimo gli attriti e di fatto permettere lo scorrimento delle estremità tra loro, e circondata da strutture come muscoli, tendini e legamenti, fondamentali per mantenere l’articolazione stabile.
Quando, a causa di un evento traumatico, la testa del femore fuoriesce dall’acetabolo, cioè dal suo alloggio naturale, si avrà una lussazione dell’anca, evento estremamente doloroso e invalidante.
In medicina, i termini lussazione e distorsione indicano due patologie delle articolazioni nettamente diverse tra loro. Infatti, mentre nella lussazione la modificazione articolare è permanente e comporta la perdita di contatto tra le porzioni ossee che formano l'articolazione interessata, nella distorsione la modificazione anatomica dell'articolazione colpita è temporanea.

I sintomi tipici della lussazione dell’anca sono:
  • Forte dolore
  • Deformità della zona
  • Gonfiore e sensazione di calore
  • Incapacità dell’infortunato di muovere l’arto, che appare flesso e ruotato verso l’interno.

Se sono state interessate anche le strutture nervose passanti per l’anca, il soggetto avvertirà intorpidimento e insensibilità a livello di gamba e piede.
La lussazione è una vera e propria emergenza medica, quindi richiedono un trattamento immediato: e l’infortunato va trasportato il prima possibile al pronto soccorso dove, una volta accertatosi dell’entità del danno, il medico procederà a una riduzione manuale della lussazione o, in casi più complicati, opterà per l’intervento chirurgico.

La maggior parte degli episodi di lussazione dell'anca di origine traumatica interessa:
  • I conducenti di autoveicoli coinvolti in incidenti stradali frontali. In tali frangenti, infatti, le ginocchia delle vittime impattano violentemente contro il cruscotto del veicolo e ciò fa sì che il femore compia un movimento anomalo nonché assai brusco all'indietro
  • Le persone vittime, in ambiente domestico o lavorativo, di cadute da posizione elevate. In tali frangenti, la lussazione dell'anca dipende dalla dinamica di caduta o, meglio, dalla dinamica con cui la vittima dell'incidente impatta col terreno.
La lussazione dell’anca può essere incompleta, quando il contatto fra le ossa che costituiscono l’articolazione viene in parte conservato, o completa, quando il contatto fra le ossa viene a mancare completamente.
I medici e gli esperti di patologie dell'apparato locomotore riconoscono l'esistenza di due tipi di lussazione dell'anca: la cosiddetta lussazione posteriore dell'anca e la cosiddetta lussazione anteriore dell'anca.
  • Nella lussazione posteriore dell'anca, la testa del femore fuoriesce dall'acetabolo portandosi, rispetto a quest'ultimo, all'indietro e leggermente in alto.
    In queste circostanze, le conseguenze tipiche della fuoriuscita della testa del femore dall'acetabolo sono:
    • Rotazione verso l'interno del femore, con conseguente rotazione verso l'interno dell'intero arto inferiore;
    • Adduzione dell'anca, con conseguente avvicinamento dell'arto inferiore al piano sagittale;
    • Flessione del femore, con conseguente spostamento della coscia verso il tronco del corpo.
    La lussazione posteriore dell'anca caratterizza circa il 90% degli episodi di lussazione dell'anca a origine traumatica e, non di rado, è associata alla frattura dell'acetabolo e/o alla frattura della testa del femore.
  • Nella lussazione anteriore dell'anca, invece, la testa del femore fuoriesce dall'acetabolo portandosi, rispetto a quest'ultimo, in avanti e leggermente in basso.
    In tali situazioni, le conseguenze tipiche della fuoriuscita della testa del femore dall'acetabolo sono:
    • Rotazione verso l'esterno del femore, con conseguente rotazione verso l'esterno dell'intero arto inferiore;
    • Abduzione dell'anca, con conseguente allontanamento dell'arto inferiore dal piano sagittale;
    • Flessione del femore, con conseguente innalzamento della coscia.
    Gli episodi di lussazione anteriore dell'anca costituiscono, sostanzialmente, il restante 10% dei casi di lussazione dell'anca a origine traumatica.
La diagnosi di lussazione d’anca è piuttosto semplice: si basa su un esame obiettivo, sui sintomi del paziente e su test radiologici che, oltre a confermare la presenza della lussazione, servono a escludere danni più gravi come fratture, osteonecrosi (morte del tessuto osseo dovuto al ridotto apporto di sangue) e lesioni a tendini, muscoli e legamenti.
La terapia consiste nella cosiddetta riduzione manuale della lussazione (il medico, tramite specifiche manovre, rimette in sede la testa del femore) e, nei casi più gravi in un intervento chirurgico. Tale manovra viene effettuata sotto sedativo o in anestesia, in quanto riportare il femore in sede con queste procedure, essendo manuali, è particolarmente doloroso.
Se si sospetta una lussazione è bene ricorrere immediatamente alle cure di uno specialista, in quanto l’osso va rimesso in sede il prima possibile (al massimo entro 6 ore), altrimenti si rischia di non poterlo più fare manualmente.
In caso di fratture, lesioni di muscoli, tendini o nervi l’intervento chirurgico diventa indispensabile al fine di permettere al paziente un recupero soddisfacente.
Una volta ristabiliti i corretti rapporti ossei, il paziente dovrà osservare un periodo di riposo (l’arto verrà immobilizzato con tutore), dopo di che dovrà seguire un programma di riabilitazione, al fine di rafforzare i muscoli che proteggono l’articolazione mantenendo saldo il femore all’anca (medio e grande gluteo, piriforme, otturatore esterno) e recuperare un corretto equilibrio neuromuscolare.
Per un recupero soddisfacente, serviranno dai 2 ai 3 mesi, a seconda dell’entità della lesione.
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