InstabilitaSpalla - Dott. Damiano Rullo

Vai ai contenuti
Instabilità della spalla

Il grande capitolo delle instabilità di spalla è pieno di classificazioni a seconda che il problema sia traumatico o costituzionale, uni o pluridirezionale.
Si parla di instabilità di spalla quando l’articolazione non è tenuta in sede dai tanti legamenti che la compongono o per rottura degli stessi o per un semplice allentamento (lassità) e può causare artrosi precoce.
Thomas e Matsen nel 1989 hanno classificato le instabilità in TUBS e AMBRI.

- TUBS: Traumatic Unidirectional-Bankart Surgery indica una instabilità gleno-omerale unidirezionale traumatica. Fa parte di questo gruppo la lesione tipo "BANKART" che richiede una riparazione del complesso capsulo-labrale di tipo chirurgico.

-AMBRI: Atraumatic Multidirectional Bilateral Rehabilitation Inferior Shift comprende le instabilità multidirezionali atraumatiche bilaterali.

La lussazione traumatica antero-inferiore generalmente provoca due tipi di lesione: avulsione del l'abbro glenoideo ( lesione di Perthes-Bankart); e la frattura da impatto posteriore della testa omerale ( lesione di Hill-Sachs). Anche se raramente, l'avulsione del complesso capsulo-legamentoso può interessare il versante omerale.
 
Le lesioni di tipo Bankart vengono trattate chirurgicamente, generalmente per via artroscopica; il cercine staccato viene accostato  alla glena e fissato con una o più    ancore,  ritensionando il complesso capsulo-legaentoso.
 
Le instabilità multidirezionali sintomatiche possono essere trattate chirurgicamente con plastica capsulare
 
 
La tecnica artroscopica sfruttando la sua poca invasività chirurgica permette di riparare e ritensionare i legamenti, centrando nuovamente e correttamente la testa omerale.
 
Le lussazioni scapolo omerali, le sublussazioni e i danni capsulo-legamentosi vengono riparati sempre tramite infissione di ancorette metalliche o suture intra-ossee con fili molto resistenti.
 
L’instabilità di spalla, chiamata comunemente lussazione, può inoltre causare la rottura delle strutture anatomiche che per natura non possono rigenerarsi spontaneamente come i legamenti, le ossa, la cartilagine articolare e, soprattutto nei giovani, viene spesso trattata chirurgicamente.
 
Gli atleti sono i soggetti più a rischio per questo tipo di infortunio ed, in particolare, quelli che praticano sport di contatto come rugby, sci, pallacanestro e calcio.
 
L’instabilità è sì legata ad un trauma, anche se esistono casi in cui una spalla può risultare instabile a causa di iperlassità articolare dovuta a micro-traumi ripetuti nel tempo, senza il verificarsi necessariamente una lussazione.
 
Mentre la diagnosi in caso di lussazione è visibile a occhio nudo, quella di instabilità – in assenza di lussazione – risulta più complessa e basata su esami di imaging come RX [radiografia], TAC o risonanza magnetica con liquido di contrasto intrarticolare.
 
Nel caso in cui le lesioni dell’osso della glena o della testa dell’omero non siano importanti, è possibile riparare i tessuti molli in artroscopia, riducendo le complicanze post-operatorie, velocizzando i tempi di recupero e minimizzando le incisioni cutanee, evitando dunque la dissezione dei tessuti molli.
 
Nel caso in cui una lussazione – al contrario – determini un danno osseo, è possibile eseguire la stabilizzazione della spalla a “cielo aperto”, ricostruendo anche la parte ossea danneggiata.
 
 
Sottolineiamo peraltro che  tipo di trattamento sia chirurgico che conservativo dipende da vari fattori quali l'esperienza del chirurgo; l'attività fisica ed età del paziente; presenza o meno di degenerazione artrosica della gleno-omerale, rottura della cuffia dei rotatori.
 
| Copyright © 2022 Ing. Guglielmo Albanese
Torna ai contenuti